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Anna Maria Isastia

“STORIA DELLA CREMAZIONE IN ETA’ MODERNA”

SINTESI DELL’INTERVENTO DELLA PROF. ANNA MARIA ISASTIA

L’esaltazione dello sviluppo tecnico-scientifico - che rafforza la ottocentesca fede nel progresso insieme al nuovo ruolo che la società del tempo assegna ai medici e alla medicina, sono tra le più forti motivazioni per capire la nascita e lo sviluppo del paradigma cremazionista ne1I’Italia della seconda metà del XIX secolo.

Il concetto di cremazione dei corpi rompe tutti i più consolidati schemi mentali e culturali in una Italia appena uscita dalle guerre risorgimentali. La cremazione fa irrompere il concetto di uguaglianza nella morte, propone una alternativa alla ritualità cattolica, impone la secolarizzazione dei camposanti (luoghi consacrati e riservati ai defunti cattolici) che si avviano a diventare cimiteri (vale a dire luoghi aperti a tutti i cittadini). Fondamentale è stato il ruolo ricoperto dalle Società per la cremazione dei cadaveri che sono sorte numerose in Italia proprio per diffondere questi nuovi valori e propagandare il progetto di una società nuova.

Un piccolo gruppo di scienziati, di politici, di uomini di cultura, di patrioti - tra cui il perugino Ariodante Fabretti - hanno proposto e imposto all’Europa non solo un idea, ma anche la sua fattiva realizzazione pratica.

L’idea cremazionista si é infatti sviluppata in Italia e qui sono state fatte le sperimentazioni che hanno portato alla realizzazione dei primi forni crematori. Non stupisce che la dirompente modernità di questi innovatori si sia scontrata con l’ostilità del mondo cattolico che ha risposto con una fiera opposizione e poi con la scomunica, che ha in pratica impedito qualunque ulteriore sviluppo fino a1 1963 quando Paolo VI ha finalmente reso lecito anche per i cattolici italiani questo sistema di conservazione dei cadaveri che e una prassi ormai consolidata in tanti paesi.

La storia d’Italia si può studiare anche attraverso la diffusione della pratica cremazionista nelle diverse regioni - ieri e oggi - e attraverso i rapporti tra le Socrem e le amministrazioni comunali.

ANNA MARIA ISASTIA

Anna Maria Isastia è professore di Storia Contemporanea nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

E’ studiosa dei movimenti della sinistra democratica dalla seconda metà dell’8OO ai primi decenni del ‘900; di storia della massoneria; di storia militare; di storia delle donne. E’ vicepresidente della Società italiana di storia militare. Responsabile del Centro studi e ricerche dell’Associazione Nazionale Reduci dalla prigionia e dai campi d’internamento.
Collabora all' Educational Project di Alinari On-line per il settore Storia militare. Componente del Consiglio scientifico e segretaria del C.I.S.DO.S.S. (Centro interuniversitario per gli studi sulle donne nella storia e nella società). Fa parte del comitato di redazione della rivista "Dimensioni e problemi della ricerca storica “.

 

Pubblicazioni sulla cremazione

"Appunti per una storia della cremazione", Agorà, a.II, n.IV, novembre-dicembre 1997, pp. 29-31; seconda parte, Agorà, a.III, n. 1, gennaio-marzo 1998, pp. 17-18.

La massoneria e il progetto di 'fare gli italiani”, in La morte Laica. Storia della cremazione in Italia (1880 - 1920), Torino, Paravia, 1998, pp. 179-271.

La laicizzazione della morte a Roma: cremazionisti e massoni tra Ottocento e Novecento, "Dimensioni e problemi della ricerca storica", 2, 1998, pp. 55-97.

Tra le pubblicazioni più recenti di Anna Maria Isastia

Le donne nelle Forze armate italiane. Diritto o dovere? Roma, Edizioni A.N.R.P., 1999.

Soldati e cittadini. Cento anni di Forze armate in Italia, Roma, Stato Maggiore della Difesa - Alinari, 2000.

Voci sulla storia della massoneria italiana per l’Encyclopédie de la franc-maçonnerie, sous la direction d’Eric Saunier, Paris, Hachette, 2000.

Uomini e idee della massoneria. La Massoneria nella storia d 'Italia, Roma, Atanor, 2001.

Democratici italiani e pacifismo ottocentesco, 2002, www.europlace.org

Donne ottimiste. Femminismo e associazioni borghesi nel Otto e Novecento, Bologna, Il Mulino, 2002.